La carta di identità ovvero chi siamo tra esperienza di sé e rappresentazione
Età Scuola primaria, scuola secondaria inferiore, scuola secondaria superiore.
Premessa Lavorare sulla propria identità, sia sull’esperienza di sé (dato biologico), che sulla rappresentazione (come ci vediamo e come proiettiamo questo dato all’esterno e nel futuro), risulta molto complesso, ma indispensabile premessa per un lavoro che si proponga di affrontare lo specifico dell’identità di genere. Costruire la propria carta di identità può facilitare sia la riflessione su di sé (conoscersi), sia il presentarsi alle altre, agli altri (farsi conoscere) soprattutto in un contesto scolastico o, più in generale, di lavoro di gruppo.
Svolgimento Ad ogni partecipante viene distribuito un documento di identità prototipo sul quale si propone di riportare alcune voci cui possono, secondo il giudizio delle insegnanti, esserne aggiunte altre.
Viene chiesto di compilare il documento iniziando dai dati anagrafici, proseguendo con l’immagine (che può essere fornita in fotografia oppure disegnata) e con le voci successive.
Quando tutti hanno finito, si raccolgono le carte di identità e ad ogni partecipante (meglio se in un giorno diverso, perché il completamento del documento richiede almeno un’ora e mezza) viene chiesto di presentarla al resto del gruppo che a sua volta potrà commentarla.
Obiettivo Aumentare la consapevolezza della propria identità (come ci sentiamo, come vorremmo essere, quali parti di noi non accettiamo...) e al tempo stesso imparare a comunicarla all’esterno. Incoraggiare esperienze di confronto che consentano alle diverse posizioni, ai differenti modi di sentire, di divenire oggetto di rispetto e risorsa per il gruppo piuttosto che problema da respingere.
Fonte Anna Maria Capponcelli (Gruppo di ricerca Progetto Alla scoperta della differenza), Wanda Becca e Marilena Guagliumi, insegnanti (Scuola elementare De Amicis - Bazzano).
Memoria e genealogia
Età Scuola secondaria inferiore, scuola secondaria superiore.
Premessa L’identità è il rapporto che lega esperienza e rappresentazione di sé. La memoria è la possibilità e la capacità di mantenere e di far crescere nel tempo l’identità. Ora, se esperienza e rappresentazione non possono prescindere dall’essere femmina o maschio, quale è la qualità della memoria e della genealogia femminile e quale quella maschile? Che cosa e come, differentemente o similmente, ci raccontano?
Svolgimento L’insegnante invita ragazze e ragazzi ad intervistare rispettivamente bisnonni (se viventi), nonni e padri (i ragazzi), bisnonne (se viventi), nonne e madri (le ragazze). Alcune domande comuni faranno da guida alle une e agli altri:
Che cosa sai della tua nascita?
Che cosa ricordi della tua infanzia?
Qual è stato il momento più significativo della tua giovinezza?
Quand’è che hai cominciato a sentirti grande?
Come hai conosciuto il/la tua/tuo compagna/o moglie/marito?
Che cosa ricordi della nascita dei tuoi figli?
Che cosa ricordi della nascita delle tue figlie?
Che cosa ti aspettavi dai tuoi figli?
Che cosa ti aspettavi dalle tue figlie?
Che cosa ricordi della mia nascita?
Le domande qui sopra sono esemplificative e possono essere integrate o selezionate secondo quanto l’insegnante valuterà opportuno in rapporto al lavoro. Realizzate le interviste ogni partecipante sarà invitato a riassumerle in un breve scritto e ad aggiungervi qualche sua considerazione. L’ultima fase del lavoro consisterà nella lettura degli scritti e nella riflessione comune su quanto emerso. Si forniscono di seguito alcune tracce per la riflessione:
Che cosa ricordano prevalentemente gli uomini?
Che cosa ricordano prevalentemente le donne?
Quali sono gli avvenimenti significativi per gli uomini?
Quali sono gli avvenimenti significativi per le donne?
Che cosa ricordano gli uomini della nascita dei figli maschi? E delle figlie femmine?
Che cosa ricordano le donne della nascita delle figlie femmine? E dei figli maschi?
Quali sono le aspettative primarie degli uomini nei confronti delle figlie femmine? E dei figli maschi?
Quali sono le aspettative primarie delle donne nei confronti dei figli maschi? E delle figlie femmine?
Quali sono le più significative differenze generazionali? Nella memoria maschile? E in quella femminile?
Esiste una diversa qualità della memoria maschile e femminile?
Obiettivo Sollecitare la costruzione e la trasmissione della memoria come fondamento dell’identità. Confrontare memoria e narrazioni maschili e femminili.
Fonte Letizia Lambertini (Gruppo di ricerca Progetto Alla scoperta della differenza).
L’areogramma delle qualità
Età Scuola secondaria inferiore, scuola secondaria superiore.
Premessa È fondamentale, ai fini della propria autostima, riuscire a riconoscersi delle qualità. Troppo spesso siamo invece culturalmente indotti a lavorare prevalentemente sulla nostra dimensione critica. L’autostima invece va aiutata a crescere in quanto da essa deriva la fiducia ad agire nella consapevolezza delle proprie forze.
Svolgimento Ad ogni ragazza e ragazzo viene distribuito un foglio sul quale è raffigurato un cerchio. Ragazze e ragazzi vengono invitati a individuare e scrivere le qualità (esclusivamente positive) che ritengono di possedere. Il cerchio va poi completato assegnando alle qualità uno spazio proporzionale a quello che è ritenuto essere, da ogni ragazza e ragazzo, il peso di quella caratteristica all’interno della propria persona. I diversi areogrammi possono essere poi mostrati e commentati da ogni partecipante.
Obiettivo Attraverso questa attività la persona è in qualche modo “costretta” a riconoscere la propria dimensione di positività e a comunicarla alle altre, agli altri, conferendo in tal modo valore a se stessa.