I Introduzione
Differenza è lo stato di entità che non coincidono tra loro, lo scarto che ci distingue, che ci rende diverse/i e l’elemento dinamico della RELAZIONE. È cioè ciò che concretamente fa muovere, attraverso impulsi, desideri, sentimenti, intenzioni, di avvicinamento e di allontanamento, verso o contro. In questo senso si può dire che la differenza è il motore della RELAZIONE.
Esistono differenze interpersonali e differenze intrapsichiche e composizioni più o meno congruenti o incongruenti della loro RELAZIONE, cioè modi di articolare la complessità più o meno disponibili a riconoscere e ad assumere la contraddizione, a partire da quella che siamo.
La differenza femminile-maschile, sia in senso corporeo-mentale che in senso simbolico, è l’archetipo della differenziazione. Per questo può essere considerata la chiave di accesso a tutte le altre differenze.
II La prospettiva degli studi di genere
Nel percorso di riflessione femminista (FEMMINISMO) la differenza sessuale è il dato sul quale il sistema culturale patriarcale (PATRIARCATO) ha costruito il principio dell’ordine binario dicotomico superiore-inferiore e i dispositivi di POTERE che hanno giustificato nei millenni la subordinazione delle donne agli uomini.
Nel vocabolario femminista, tuttavia, differenza sessuale è un termine controverso: una parte del FEMMINISMO, definitasi come pensiero della differenza, lo attribuisce alla irriducibilità dei corpi (CORPO) e quindi, di fatto, alla contrapposizione, altrettanto irriducibile, delle loro rappresentazioni (RAPPRESENTAZIONE), da cui deriva la necessità di una rifondazione sessuata del pensiero; un’altra parte critica questa posizione come riedizione dell’universalismo binario dicotomico del sistema culturale patriarcale. Nella prima interpretazione il GENERE è strettamente correlato alla dimensione sessuata-sessuale ed è una RAPPRESENTAZIONE fondamentalmente statica; nella seconda il GENERE è il prodotto di diverse tecnologie sociali ed è invece una RAPPRESENTAZIONE soggetta a mutazioni continue e dagli esiti imprevedibili.
La pedagogia della differenza, che al pensiero della differenza si richiama, è la trasposizione, sul piano educativo, del primato femminile nel processo formativo. In particolare essa sostiene una pratica educativa che si fonda sulla relazione donna-donna e che deriva dall’ordine simbolico materno il principio di introduzione al mondo proprio della madre. Concretamente si tratta della possibilità dell’allieva di affidarsi a una propria maestra la quale, nell’esplicitazione del comune ordine di appartenenza sessuato, si rende disponibile a mediarne, nella differenza, il percorso conoscitivo.