LA CASA SUL FILO

suggerimenti per un percorso di educazione antiviolenta

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Come lo vedi?

Età Scuola primaria (secondo ciclo), scuola secondaria inferiore.

Premessa Se la realtà è una, molteplici possono essere le sue rappresentazioni. Ognuna di queste porta in sé un significato degno di attenzione...

Svolgimento L’insegnante sceglie tre oggetti e chiede alla classe di descriverli per iscritto. (Si consiglia di lasciare un tempo di circa dieci minuti complessivi). Successivamente ogni partecipante è chiamato a leggere il proprio scritto e a confrontarlo con quello di compagni e compagne. La conversazione sarà guidata dall’insegnante in modo da mettere in evidenza, se possibile, il passaggio da descrizione a interpretazione e la differenza tra le diverse interpretazioni.

Obiettivo Sollecitare la consapevolezza della difforme rappresentabilità del reale e il confronto dialogico tra differenti interpretazioni.

Fonte Gabriele Pinto, Letizia Lambertini (Gruppo di ricerca Progetto Alla scoperta della differenza).

 

Osservare, non giudicare

Età Scuola primaria, scuola secondaria inferiore, scuola secondaria superiore.

Premessa Osservare oggettivamente è compito non facile. Spesso è più semplice interpretare ciò che vediamo secondo preconfezionati e pregiudiziali modi di sentire e di vedere e così il nostro racconto è “contaminato” da stati d’animo, stereotipi, umori che non offrono a noi e a chi vogliamo raccontare il rimando reale degli avvenimenti.

Svolgimento Il qui e ora è principio fondamentale nell’esercizio dell’osservazione. Si tratta di osservare ponendosi di fronte a quello che succede come un “oggetto vuoto” filtrando quello che accade come potrebbe fare una cinepresa. Si tratta del tentativo di descrivere quello che viene visto, riconducendolo alle particolari sensazioni e impressioni dell’osservatrice,  dell’osservatore in quella precisa circostanza e in quel preciso momento, come se si fosse un “semplice” specchio degli avvenimenti, cercando di evitare collegamenti al passato e al futuro.

Obiettivo Introdurre elementi di oggettivazione della rappresentazione. Stimolare la distinzione tra realtà e proiezioni.

Fonte Teresa De Brasi, Annalisa Gagliano (Associazione La Cicoria).

 

Un armadio tutto per sé

Età Scuola dell’infanzia, scuola primaria (primo ciclo).

Premessa Sebbene l’infanzia possa apparirci il tempo della vita più libero da condizionamenti e coercizioni, in realtà, molti comportamenti adulti veicolano processi di adattamento che influiscono, spesso in modo molto potente, sulla strutturazione dell’identità fin da età precocissime. Consentirci qualche occasione di ridefinizione può servire a misurarci con più distacco rispetto a identificazioni inconsapevoli e coatte.

Svolgimento L’insegnante si procuri una buona quantità di vecchi abiti di vario genere, maschili e femminili, che riporrà in un baule o in un grande cesto, e uno specchio da parete delle dimensioni approssimative di 1,20 m x 70 cm. L’insegnante proporrà il gioco del travestimento introducendolo con un invito a “trasformarci come vogliamo”. Il baule o cesto verrà messo al centro dell’aula e bambine e bambini saranno invitati a prendervi quello che vogliono e a travestirsi e, nel momento in cui parranno soddisfatti della loro trasformazione, a dire chi sono diventati e a descriversi.

L’insegnante potrà travestirsi lei stessa senza trascurare tuttavia di prendere appunti (e anche, potendo, di scattare qualche fotografia promemoria). A travestimento ultimato raccoglierà il racconto di bambine e bambini avendo cura, anche senza chiederlo esplicitamente, di osservare se maschi e femmine hanno “rispettato”, nel travestimento, il riferimento al genere di appartenenza oppure no.

Obiettivo Verificare adesione a e ridefinizione di modelli e vissuti legati ai generi.

Fonte Letizia Lambertini (Gruppo di ricerca Progetto Alla scoperta della differenza).

 

Una cosa che…

Età Scuola secondaria inferiore, scuola secondaria superiore.

Premessa Il ragazzo e la ragazza preadolescenti e adolescenti talvolta amano molto raccontarsi o riflettere e discutere in gruppo. Il parlare è l’occasione per definire in modo comunicabile e comprensibile il proprio sentire e pensare e, in essi, la propria identità.

Svolgimento In una scatola chiusa inserire tanti bigliettini contenenti ognuno delle indicazioni del tipo:
Una cosa di me che mi piace
Una cosa di me che non mi piace
Un episodio della mia infanzia che ricordo volentieri
Un episodio della mia infanzia che non ricordo volentieri
Un desiderio che ho
Una caratteristica di me che mi aiuta nel rapporto con i compagni
Una caratteristica di me che mi aiuta nel rapporto con le compagne
Una caratteristica di me che mi ostacola nel rapporto con i compagni
Una caratteristica di me che mi ostacola nel rapporto con le compagne
Una cosa che cambierei della scuola
Una cosa che manterrei della scuola
Un consiglio che darei a una bambina
Un consiglio che darei a un bambino
Un consiglio che darei a un professore o a una professoressa
Un consiglio che darei a un genitore (specificando se madre o padre)
Un consiglio che riceverei da un coetaneo
Un consiglio che riceverei da una coetanea
Una cosa che farei volentieri nel tempo libero
Un posto dove vado volentieri
Un oggetto che mi piacerebbe possedere
Un valore nel quale credo
Una ragione per vivere
Una cosa che mi fa essere gioiosa/o
Una cosa che mi fa essere triste
Una cosa che mi fa essere arrabbiata/o
Una cosa che mi fa paura
Una cosa che non riesco a dire o a fare
...
Jolly
A turno un ragazzo o una ragazza estrae il biglietto e lo legge ad alta voce dopo di che, in forma scritta e individualmente, ognuna, ognuno, da la sua risposta. Si può scegliere di leggere uno o più biglietti a ogni incontro. Il jolly dà la possibilità a chi lo estrae di formulare una domanda a piacere sempre sul modello Una cosa che... Le risposte anonime vengono raccolte e lette nel grande gruppo. Si costruisce una discussione a partire dal materiale che è stato prodotto.

Obiettivo L’attività si propone di condurre il ragazzo e la ragazza a scoprire parti di sé, emozioni, vissuti, relazioni... e di dare loro voce esplicita. Succede spesso che anche nell’ambiente classe i più esuberanti, le più esuberanti imponendo la loro personalità sottraggano la parola ad altri o altre o li limitino nella loro espressione. La forma scritta delle risposte, nonché (stando l’attenzione della conduttrice o del conduttore) la discussione finale, è l’occasione per dare voce  a tutte e tutti.

Fonte Michela Zannini (Gruppo di ricerca Progetto Alla scoperta della differenza).