I Introduzione
Potere è una parola che ha origine dal latino possum che letteralmente significa “essere capace di”, da cui la differente valenza dei termini derivati: potentia cioè potenza, forza, autorevolezza, e potestas cioè potere, dominio, diritto.
Nell’italiano contemporaneo questa distinzione di significato si è quasi del tutto persa, così come l’utilizzo della parola potenza, che, nell’accezione sopradetta, è piuttosto raro.
Potere è una forma della RELAZIONE nella quale si esprime una volontà di controllo che tende a inibire l’azione altrui allo scopo di sottomettere, di depredare, di impedire la libera espressione.
Nelle società patriarcali (PATRIARCATO) gli uomini occupano posizioni di potere assoluto, a partire dalle strutture organizzative della famiglia e della politica, alle quali si accompagna quella culturalmente fondamentale della produzione/trasmissione del sapere ufficiale.
II La prospettiva degli studi di genere
Nel FEMMINISMO il termine potenza è utilizzato in forma volutamente contrapposta a potere per indicare l’adesione consapevole alla propria ESPERIENZA e il principio di autodeterminazione che ne deriva. In questa lettura i percorsi di riconoscimento delle donne, praticati attraverso l’autocoscienza, rappresentano un’attribuzione di autorevolezza basilare nel processo di decostruzione del sistema culturale patriarcale e dei suoi dispositivi di potere. L’intuizione è quella della forza dell’alleanza. L’universalizzazione della Donna, come categoria astratta del femminile, prodotta dal sistema culturale patriarcale (PATRIARCATO), è sostituita dalle pratiche di RELAZIONE tra donne e dalla loro capacità di produrre sapere-potere con modalità alternative a quelle dicotomiche, esclusiviste e violente (VIOLENZA) del modello maschilista.
Sul piano politico l’empowerment delle donne di matrice femminista, cioè l’occupazione dei luoghi di potere, è costruito attraverso la creazione e la cura di reti e di gruppi di pressione organizzati. L’obiettivo ultimo di queste reti è il sovvertimento dei rapporti di potere globali.
III La violenza maschile contro le donne
La VIOLENZA di GENERE nasce dalla disparità di potere che esiste tra uomini e donne. La VIOLENZA nei confronti delle donne è un’espressione di una cultura del GENERE che associa, legittimandola, la subordinazione femminile alla prevaricazione maschile (PATRIARCATO).
Secondo i dati del report sul femminicidio in Italia nel 2012, curato dall’Associazione Casa delle donne di Bologna, il 52% dei delitti avviene al nord. Potremmo concludere che nel meridione la donna gode di piena tutela. Oppure potremmo porci una domanda: laddove le donne vivono situazioni di maggior autonomia e indipendenza anche economica, e sono meno propense ad accettare di subire VIOLENZA e disparità di potere nella RELAZIONE, sono maggiormente a rischio di finire vittime della VIOLENZA maschile?
Un Paese che non consente alle donne di avere spazi di espressione di sé, che fa sentire loro il peso del giudizio quando scelgono di vivere vite diverse da quella richiesta dal transpersonale condiviso (per esempio immaginando che il proprio compagno accudisca i figli, perché hanno desideri e capacità professionali e vorrebbero realizzarle), costringe la metà dei propri abitanti a non sentirsi pienamente realizzati e a cercare spazi di potere, distorti, all’interno dell’unico RUOLO che è loro concesso abitare.
Le e gli adolescenti coinvolti dall’Associazione Nondasola di Reggio Emilia in un progetto di Ricerca dal titolo Cosa c’entra l’amore? usano queste parole: “Meno male che le ragazze proteggono i ragazzi”. È quanto confida Victor, che affida alla cura della sua ragazza un RUOLO decisivo nel proteggerlo dalle sue intemperanze e nella tenuta della RELAZIONE, confermando così il potere femminile della cura. Potere che può trovare un suo risvolto nel controllo che molte ragazze esercitano sul proprio partner. Dice Sabira, quindicenne: “No, il mio ragazzo non lo faccio andare a ballare, perché tanto lo conosco e so come fa, perciò meno ci va e meno mi devo preoccupare”. Succede spesso, infatti, che venga esercitato dalle ragazze un eccesso di potere nella RELAZIONE. La cura viene scambiata con il controllo e l’avocare a sé tutto il potere e la responsabilità della tenuta della RELAZIONE può deresponsabilizzare l’altro e fissarlo nello STEREOTIPO del maschio infantile. Attraverso l’amore le donne hanno da sempre cercato di esercitare quel potere che in altri ambiti non era concesso, essendo questa l’unica forma socialmente accettata.