LA CASA SUL FILO

suggerimenti per un percorso di educazione antiviolenta

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Alcuni giochi sulla relazione

Età Scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria inferiore.

Premessa La costruzione di una relazione richiede un tempo. Tutto ciò che facciamo con le altre, gli altri costruisce una relazione; tuttavia, perché un certo tipo di lavoro sia proponibile e sia efficace, è necessario che si instauri tra coloro che si trovano ad operare insieme un vincolo di interesse e di fiducia reciproca.

Svolgimento
Le camminate
Camminiamo liberamente, senza toccarci. Strisciamo per terra cercando di evitarci, ora invece cercando di aggrovigliarci. Poi di nuovo evitandoci e ancora aggrovigliandoci. Ora camminiamo lenti, lentissimi. Ora veloci, ora rigidi, ora molli, ora leggeri, ora pesanti. Cerchiamo di farlo in silenzio. Ora urlando.

Gioco del drago Tutte, tutti insieme si forma un treno prendendosi per i fianchi. Il primo o la prima della fila è la bocca e l’ultimo o ultima è la coda. Il drago deve mangiarsi la coda.
Sotto la doccia
Ora immaginiamo di essere in una doccia. Incominciamo a lavarci. Prendiamo il sapone, ci strofiniamo per bene... la faccia, le braccia, il petto, le gambe... La schiena non riusciamo a lavarcela e allora ce la facciamo lavare da una compagna o da un compagno (a libera scelta). Lavate bene la schiena del vostro compagno o compagna, massaggiatela anche, lisciatela... Ora viceversa.
Gioco delle foglie
Formiamo delle coppie (differenziate per genere osservando le differenze di svolgimento) le quali vengono a turno soffiate dal grande gruppo come foglie morte contro la parete opposta.
Gioco dei serpenti
Sdraiatevi per terra. Siete tanti serpenti striscianti e velenosi. Non potete toccarvi. Muovetevi liberamente. Ora invece non potete fare a meno di stare insieme e di toccarvi. Ora siete di nuovo dei serpenti velenosi e non potete toccarvi e ora di nuovo non potete fare a meno di toccarvi...

Gioco del nodo Bambini e bambine o ragazzi e ragazze si dividono in due gruppi (il lavoro può essere proposto a gruppi misti o differenziati per genere osservando le differenze di svolgimento). A occhi chiusi ognuna, ognuno prende la mano di un compagno o di una compagna. Si viene così a formare un groviglio di braccia. Senza staccare le mani trovare un modo per sciogliere il nodo.

Gioco delle colonne Scegliamo due persone che fanno le colonne (si possono scegliere un maschio e una femmina osservando le differenze sia delle colonne che di chi vi si attacca). Si cammina liberamente nello spazio, a un battito di mani ognuna, ognuno deve appoggiarsi a una colonna.
La catena dei gesti
Di nuovo in cerchio. Pensate a un gesto. Quando tutte, tutti l’hanno trovato partiamo. Parte la prima, il primo, poi a turno ognuno, ognuna mostra al gruppo il suo gesto. Ora ripetiamo il gesto del compagno o compagna che ci ha preceduti e poi il nostro così da formare una catena di gesti. Ripetiamo finché la sequenza non diviene fluida.
La catena dei suoni
Ora mettiamoci in cerchio. Chiudete gli occhi. Pensate a un suono da esprimere con la voce. Quando l’avete trovato riaprite gli occhi. Quando tutte, tutti hanno gli occhi aperti partiamo. Parte la prima o il primo, poi a turno ognuna, ognuno da voce al suo suono. Ora ripetiamo il suono del compagno o compagna che ci ha preceduti e poi il nostro così da formare una catena di suoni.
A orecchie aperte
Formiamo due squadre (il lavoro può essere proposto a squadre miste o differenziate per genere osservando le differenze di svolgimento). Esse si pongono l’una di fronte all’altra a dieci metri di distanza. Una squadra sussurra all’altra un comando che questa deve eseguire, poi viceversa. Poi con una diversa tonalità di voce: nasale, roca, stridula...
Gioco degli orchi
Bambini e bambine o ragazzi e ragazze si dividono in due gruppi (differenziati per genere una prima volta, misti una seconda) che si pongono l’uno di fronte all’altro. A turno si muovono dietro la consegna: Immaginate di essere degli orchi e cercate di impaurire le compagne o/e i compagni dell’altro gruppo senza toccarli.
Gioco delle streghe
Movimento libero nello spazio dietro la consegna: Immaginate di essere delle streghe.
Gioco dello specchio
Ora camminando in cerchio scegliamo una o un partner con lo sguardo. Quando gli sguardi si incrociano e restano fissati uno sull’altro, allora vuol dire che ci siamo scelti. Camminiamo finché non abbiamo trovato tutti la nostra o il nostro partner. Poi ci incontriamo, cioè ci mettiamo una di fronte all’altro. Rimaniamo fermi qualche secondo guardandoci negli occhi. A coppie una fa lo specchio dell’altro: deve imitare tutti i movimenti che l’altro inventa. Poi viceversa.

Gioco delle prese Formiamo un grande cerchio. Due persone per volta (un maschio e una femmina) entrano nel cerchio e, muovendosi al suo interno, si studiano come due lottatori. Al comando di chi conduce debbono trovare un modo per afferrarsi saldamente l’un l’altra rimanendo fermi come statue.
Gioco della tigre arrabbiata e della scimmia impaurita
Ora mettiamoci in cerchio. Chi conduce sceglie una ragazza o un ragazzo e la/lo pone al centro del cerchio poi rivolgendosi ai compagni e alle compagne li invita a modellare il corpo della ragazza o del ragazzo come se fosse una tigre arrabbiata. Ognuno, ognuna a turno entra nel cerchio e si accosta alla ragazza o al ragazzo dandogli forma come se fosse creta. Ogni partecipante può apportare una sola modificazione rispetto alla posizione precedente. Poi il conduttore sceglie una ragazza o un ragazzo e la/lo invita a entrare nel cerchio dando a compagni e compagne la consegna a modellare il corpo della ragazza o del ragazzo come se fosse una scimmia impaurita. Poi si propone lo stesso esercizio scambiando il ruolo della ragazza con quello del ragazzo.

Obiettivo Evidenziare e osservare le possibili dinamiche dello specifico gruppo, favorire una maggior disinibizione, coesione e alleanza di lavoro, stimolare, attraverso la drammatizzazione, un contatto attento al corpo e a come viviamo e manifestiamo  l’espressione di noi e la relazione con le altre e gli altri.

Fonte Laura Ascari, Gabriele Pinto (Gruppo di ricerca Progetto Alla scoperta della differenza).

 

Il gruppo e le regole

Età Scuola primaria.

Premessa Il rispetto delle regole è spesso tra le principali problematiche relazionali che l’insegnante deve affrontare. La vita sociale della classe può diventare occasione per rendere tali problematiche una risorsa preziosa per un’educazione alle regole condivisa e condivisibile.

Svolgimento Si chiede a bambini e bambine chi desideri provare a fare l’insegnante per un certo tempo predefinito. È bene fissare da subito e chiaramente il limite di tempo per la durata dell’esperimento. Il bambino-insegnante o bambina-insegnante dovrà gestire in modo autonomo sia l’attività didattica (o non) sia la disciplina della classe. Scaduto il tempo concordato si alterna un’altro bambino o bambina... e così via per il tempo che si desidera. È bene che ogni bambino-insegnante o bambina-insegnante abbia tempo sufficiente per affrontare un certo grado di complessità della situazione. A questo punto l’insegnante (reale) potrà utilizzare le situazioni che si sono create per domandare a bambini e bambine quali pensano essere i problemi che si presentano nella vita di gruppo, come possono essere affrontati e quali regole dovrebbero disciplinarne lo svolgimento. È quindi possibile costruire un “cartellone delle regole” così come, il più possibile, emerse da bambini e bambine e formalizzate con la guida dell’insegnante.

Obiettivo Agire sulla relazione del gruppo classe perché le regole non siano imposte in modo coercitivo dall’esterno e al tempo stesso perché bambini e bambine non siano lasciati soli e privi della strutturazione e dei limiti di cui educatori e educatrici sono responsabili.

Fonte Paolo Ballarin (Gruppo di ricerca Progetto Alla scoperta della differenza), Serena Casagrande, Anna Dina Delisari (Scuola elementare Venturi – Monteveglio –Bo).

 

La marionetta parlante

Età Scuola primaria, scuola secondaria inferiore, scuola secondaria superiore.

Premessa Lasciarsi guidare... ma anche saper dire basta… così non mi va bene, nel difficile equilibrio tra sapersi affidare e saper mantenere coscienza di sé e della propria volontà.

Svolgimento In coppia. Uno, una fa la “marionetta” l’altro o altra la guida facendola muovere nello spazio a suo piacimento ma fermandosi ogni qualvolta la “marionetta” chiederà di fermarsi e spiegherà il perché (non mi piace, mi fai male, è troppo veloce...). Chi conduce seleziona la musica, chi guida la “marionetta” dovrà muoverla secondo il ritmo della musica. L’attività proposta è facoltativa. Chi decide di non parteciparvi sarà invitato, invitata a stare in disparte e in silenzio assumendo il compito di osservatore, osservatrice. Si conclude con una verbalizzazione dei vissuti individuali.

Obiettivo Favorire la concentrazione su se stesso, se stessa, riconoscere il proprio spazio interiore ed esteriore, sperimentare l’unità corpo-mente.

Fonte Teresa De Brasi, Annalisa Gagliano (Associazione La Cicoria).

 

Copro e scopro

Età Scuola primaria, scuola secondaria inferiore.

Premessa Due sono le possibilità che ci si può dare nella relazione/comunicazione: quella di condividere (di dire/scoprire) e quella di tenere per sé (di non dire/coprire). Agirle consapevolmente è la premessa di un’azione responsabile e matura dell’incontro.

Svolgimento Una prima fase del lavoro viene dedicata dall’insegnante alla costruzione di una serie di carte (tipo carte da gioco ma di formato più grande, es. foglio A4), una per ciascuna delle seguenti emozioni/sentimenti/comportamenti: paura, tristezza, gioia, rabbia, amore, odio, violenza, amicizia, coraggio, vergogna, solitudine, noia, dolore, piacere, fiducia, tradimento. Alla costruzione si suggerisce di dedicare un’incontro (la durata può essere di circa due ore) per ogni carta. Essa comprende un momento di condivisione sul significato di ognuna delle emozioni/sentimenti/comportamenti (Che cos’è per voi, Come la descrivereste/drammatizzereste, Lettura del vocabolario, Ricerca di riferimenti su qualche testo utile...) e la realizzazione della carta (sulla quale oltre alla parola corrispondente potrà esservi un disegno, un collage di disegni, una o più fotografie... significativi di quell’emozione/sentimento/comportamento).

Successivamente le carte potranno essere utilizzate per il gioco del Copro e scopro. Si mescolano le carte e si mettono a terra coperte. Ogni partecipante a turno solleva una carta. L’insegnante domanda Copri o scopri? Se la risposta data è Scopro il bambino, bambina, ragazzo o ragazza racconta un episodio della sua vita legato all’emozione/sentimento/comportamento corrispondente alla carta sollevata, se la risposta è Copro lo stesso episodio sarà invitata, invitato a scriverlo in un momento (circa mezz’ora) che sarà lasciato, successivamente al gioco, a coloro che avranno risposto Copro alla domanda dell’insegnante. I testi scritti, chiusi in una busta sulla quale verrà scritto il nome dell’autrice/autore, verranno custoditi in una scatola (la Scatola del Copro) che in alcune occasioni (individuate dall’insegnante nel corso dell’anno scolastico) potrà essere aperta con la richiesta, a chi lo voglia, di ripescare la propria busta e di leggerne o raccontarne alla classe il contenuto. Se nessuno vuole ripescare la propria busta la scatola viene richiusa.

Obiettivo Aumentare la consapevolezza dei propri vissuti e stimolare la fiducia in se stesse, in se stessi, nelle altre, negli altri e la responsabilità delle proprie scelte. Accrescere la coesione del gruppo classe attraverso l’esercizio di un ascolto attivo.

Fonte Letizia Lambertini, Gabriele Pinto (Gruppo di ricerca Progetto Alla scoperta della differenza).

 

Giochi per il cambiamento

Età Scuola secondaria inferiore, scuola secondaria superiore.

Premessa Il cambiamento non dipende solo da contingenze esterne alla persona, ma soprattutto dalla sua capacità di ridefinirsi rielaborando e integrando aspetti di sé.

Svolgimento L’insegnante propone alla classe una serie di situazioni problematiche:
Un padre impedisce alla figlia di uscire con le amiche
Una madre rimprovera il figlio per il suo rendimento scolastico
Una madre non vuole che la figlia si tagli i capelli
Un figlio/una figlia si sente oppresso/a dai genitori
Una ragazza vuole chiedere ad un ragazzo di uscire con lei
Una ragazza viene esclusa dal gruppo delle amiche perché...
Un ragazzo viene escluso dal gruppo degli amici perché...
Un gruppo di ragazzi infastidisce una ragazza

L’insegnante invita chi se la sente a scegliere una delle situazioni e a interpretare uno o una dei personaggi raccontando in un monologo il suo vissuto. Analogamente farà per la controparte chiedendo a un compagno o compagna di raccontarsi attraverso il monologo. (Es: Sei una ragazza innamorata, vuoi chiedere al ragazzo che ti piace di uscire con te... Come ti senti? Quali pensieri ti passano per la testa... prova a raccontarlo ad alta voce... Tu invece sei il ragazzo a cui la ragazza vuole chiedere di uscire, hai notato le sue attenzioni... Come ti senti?..). In questa fase l’insegnante può invitare chi vuole, tra il resto della classe, a esprimere sentimenti e pensieri che il monologo suscita, ponendosi alle spalle della propria compagna o del proprio compagno e dichiarandoli ad alta voce. (Es: Le attenzioni espresse dalla ragazza mi suscitano imbarazzo e paura, mi metto alle spalle del mio compagno e dico di sentirmi imbarazzato e impaurito... I sentimenti della ragazza assomigliano a quelli che vorrei esprimere ma non ne sono capace, mi metto alle spalle della mia compagna e dico che vorrei dire cose che non so esprimere...). Successivamente i due personaggi vengono invitati a drammatizzare la situazione in forma dialogica, mentre a compagne e compagni viene chiesto di sostituirli via via per esprimere eventuali diverse versioni del confronto. “Sostituti” e “sostitute” potranno così offrire alla medesima situazione modalità risolutorie differenti. L’esperienza si conclude con una riflessione comune sull’accaduto. Si consiglia di contenere ogni fase dello svolgimento entro tempi limite che consentano di mantenere una fluidità drammatica e una tensione narrativa efficaci.

Obiettivo Acquisizione di una maggiore consapevolezza dei propri sentimenti, pensieri e comportamenti. Acquisizione di una capacità di ascolto empatico e di competenze per una comunicazione diretta e intima. Possibilità, nel contesto protetto del gruppo classe, di sperimentare opzioni differenti nell’affrontare e risolvere alcuni dei problemi che possono essere incontrati nella relazione con le altre e gli altri .

Fonte Gabriele Pinto (Gruppo di ricerca Progetto Alla scoperta della differenza).

 

Lei lui e la violenza

Età Scuola secondaria superiore.

Premessa Il problema della violenza contro le donne, si manifesta nelle relazioni di coppia a volte fin dai primi mesi di conoscenza. È importante favorire una maggiore consapevolezza nei ragazzi e nelle ragazze intorno alle proprie dinamiche relazionali, per la diffusione di una cultura del rispetto reciproco e nella scoperta di possibili eventuali alternative a rapporti segnati dalla violenza.

Svolgimento Lavoro individuale. Ogni ragazzo o ragazza esprime individualmente la propria opinione in merito a una ipotetica lettera arrivata al giornale della scuola. Per esempio: Elena invia una lettera a Paola, studentessa, responsabile del giornalino scolastico. “Cara Paola, ho sedici anni, da qualche mese sto con Gianni, un tipo bello e simpatico. All’inizio andava tutto bene, ero felice. Poi si è dimostrato prepotente e geloso. Discutiamo per delle sciocchezze, lui urla, dice parolacce e sabato scorso mi ha dato una sberla. Si è scusato, ha giurato che non lo farà più e mi ha anche detto che non mi merita. Gianni ha molte qualità e sono innamorata di lui. Ma ho paura della violenza e non so cosa fare. Aiutami!”. Si chiede a ragazze e ragazzi di immaginare di essere la responsabile o il responsabile del giornale al quale Elena ha scritto e di scrivere la propria risposta. Successivamente si potranno mettere a confronto le diverse risposte e opinioni.

Obiettivo Conoscere quali atteggiamenti e quali reazioni ragazzi e ragazze manifestano nei confronti della violenza.

Fonte Alessandra Campani (Associazione Nondasola).